Schede Biografiche
Luigi Canepa
Luigi Canepa è sicuramente la figura più rappresentativa della storia della musica del XIX secolo in Sardegna. Durante la sua vita fu attivo in qualità di compositore, didatta e direttore d’orchestra, svolgendo un fondamentale ruolo propulsivo all’interno della vita musicale sassarese.
Canepa nacque a Sassari il 25 gennaio del 1849 da una famiglia di origine ligure. Rimasto orfano fin dall’età di tre anni, ebbe l’opportunità di compiere i suoi studi musicali (presso il Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli) grazie all’intervento dello zio materno Carlo Solari, e proprio in quegli anni ebbe inizio il suo coinvolgimento nel clima risorgimentale. Nel 1860 Canepa già partecipava in qualità di flautista ad un concerto organizzato al Teatro Carlo Felice di Genova, il cui incasso doveva servire all’acquisto del “milione di fucili” da donare a Garibaldi e alle sue truppe; qualche anno dopo il giovane
musicista arrivava a scappare dal Conservatorio napoletano per unirsi ai volontari guidati da Garibaldi nella sfortunata spedizione conclusasi con la battaglia di Mentana.
Ritornato a Sassari, Canepa iniziò l’attività di compositore e – all’interno della Società Filarmonica costituita nei primi mesi del 1870 – di animatore della vita musicale cittadina. È del 1872 il primo importante successo che sembra aprirgli le porte di una fortunata carriera di operista. Al Teatro Carcano di Milano va in scena il David Rizio, scritto su libretto di Enrico Costa: l’opera ottiene un grande successo, anche se il libretto viene censurato dal critico Filippo Filippi per “le sconce alterazioni della verità storica”. Due anni dopo l’opera I Pezzenti, tratta dall’omonimo dramma di Enrico Cavallotti, va in scena alla Scala suscitando notevole interesse da parte del mondo musicale.
Ben presto questi due lavori iniziarono a circolare in alcuni teatri italiani e anche all’estero, e Canepa assaporò – particolarmente in occasione delle trionfali accoglienze riservategli nella città natale – il gusto del successo, confermato nel 1879 dalla prima milanese del suo terzo lavoro teatrale, il Riccardo III, scritto su libretto di Fulvio Fulgonio.
Ma proprio in quell’anno inizia la parabola discendente del compositore, perché le già precarie condizioni di salute costringono Canepa a fare ritorno a Sassari, da cui non si allontanerà mai più se non per qualche breve viaggio.
Gli anni compresi fra il 1880 e il 1884 sono comunque da ricordare ancora fra i più ricchi di soddisfazioni per Canepa, che peraltro aveva ormai interrotto i contatti con l’ambiente teatrale milanese, e fra i più vivi della vita musicale cittadina. Nel 1880 si inaugurava infatti l’Istituto Musicale, le cui sorti furono legate costantemente a quelle del compositore, e Canepa si insediava alla guida della ricostituita Banda Civica. Nel 1884 infine, al culmine di una sempre più pressante richiesta di spettacoli teatrali, s’inaugurava il nuovo Politeama proprio con il Riccardo III, diretto – così come tutte le opere della stagione – dall’autore.
Abbandonata quasi completamente l’attività compositiva, Canepa iniziò dunque in questi anni a svolgere quella di direttore d’orchestra nelle stagioni del Politeama. Ma il prestigio incondizionato di cui godeva il musicista non servì a ripararlo dalle difficoltà in cui finirono per trovarsi sia l’Istituto Musicale (e quindi anche la banda) che le stagioni teatrali, inevitabilmente condizionate dalla crisi economica in cui Sassari si trovò coinvolta alla fine degli anni ‘80.
Anche l’attività politica, in cui il musicista si impegnò per qualche tempo, non costituì una fonte di aiuto per superare il difficile momento: anzi, finì per procurare a Canepa molte inimicizie. Nel 1891 si tennero infatti in città le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, e Canepa si candidò sostenuto sia dalla “corrente dei giovani”, intellettuali e progressisti che proprio un mese prima delle elezioni avevano fondato La Nuova Sardegna, sia dalla “lista della concordia” che vedeva uniti per queste elezioni i repubblicani capeggiati dall’avvocato Gavino Soro-Pirino e i moderati guidati da Salvatore Manca
Leoni. Canepa fu ovviamente eletto con ampio suffragio, e per alcuni anni svolse l’attività di consigliere. Ma questo suo schierarsi apertamente nella scena politica cittadina, se da un lato gli valse l’aiuto di molti uomini che condividevano le sue idee (lo stesso Filippo Garavetti, ad esempio, si batté ma invano per la riapertura dell’Istituto Musicale), dall’altra significò l’inizio di una crudele e ingiusta emarginazione.
Le difficoltà incontrate da Canepa nello svolgere la sua professione si acuirono maggiormente quando – a partire dal 1891 – iniziò l’attività il concorrente Circolo Filarmonico guidato da Rosolino Siotto, il quale doveva essere davvero molto intraprendente se Enrico Costa arrivò a dire di lui che “con una tenacità ed una insistenza che giungeva quasi a rasentare l’importunità, corse a dritta e a manca per persuadere e incitare…”, sino ad ottenere un certo credito presso l’amministrazione comunale. È comunque sintomatico che proprio nel 1899, in occasione della venuta a Sassari di Umberto I e della Regina Margherita, i quali assistettero al Politeama ad una recita del Lohengrin wagneriano, Canepa non venga chiamato a dirigere. Non abbiamo elementi per affermare che quell’implicito ossequio alla monarchia che il suo impegno al Politeama avrebbe comportato fu volutamente evitato dal compositore. Certo è che Nino Alberti, critico musicale dell’Unione Sarda, rammaricandosi del fatto che il saluto alla famiglia reale non fosse stato concepito mediante la rappresentazione del Riccardo III, ci offre un ritratto di Canepa ben diverso da quello di un uomo che si rifiuta sdegnosamente di rendere omaggio alla famiglia reale: “Quell’omaggio (la rappresentazione del Riccardo III, n.d’a.) sarebbe giunto come un raggio di sole che, penetrando nella stanza dove egli soletto assiste al dileguarsi delle ultime visioni, sarebbe arrivato benefico, giusto e confortatore”.
Con i primi anni del secolo iniziò così il periodo più triste per la vita del compositore. Fallito il tentativo di risollevare le sorti dell’Istituto Musicale, Canepa perse anche il ruolo di direttore degli spettacoli operistici del Politeama, e le ristrettezze economiche lo costrinsero, come ebbe a dire qualche anno dopo suo figlio Riccardo, “a salire e scendere le scale di abitazioni private come qualunque maestrucolo di pianoforte”. L’unico momento di ritrovata gloria Canepa lo visse nel 1903, quando fu messo in scena l’ultimo suo lavoro teatrale, l’Amsicora, che fu rappresentato anche a Bologna e a Cagliari.
Canepa, profondamente amareggiato, meditava ormai di lasciare Sassari per trasferirsi a Roma, ma l’improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute non consentì al compositore l’abbandono di quella città che si era dimostrata molto ingrata nei suoi confronti.
Canepa si spense il 12 maggio del 1914. Il musicologo Giulio Fara, sulle pagine della Cronaca Musicale, così rievocava la figura di Luigi Canepa a qualche settimana dalla sua morte:
“A Sassari, ove ebbe i natali nel 1849, è morto, a soli sessantacinque anni, il maestro Luigi Canepa.
Era ormai un dimenticato e certo pochissimi in Italia ricordavano il suo nome che pure, per un breve volgere d’anni, parve dover salire verso le più alte vette della gloria, destinato ad essere inciso a lettere d’oro nel gran libro della storia della musica.”
Canepa moriva povero ma con una grande eredità spirituale che vive ancora oggi nel Conservatorio di musica, sorto sulle ceneri dell’Istituto Musicale da lui fondato, e in una tradizione musicale cittadina costruita principalmente su quella attività amatoriale cui egli aveva dato un grande impulso.
[liberamente tratto da ANTONIO LIGIOS, Le opere teatrali di Luigi Canepa, Nuoro, Ricercare Musica, 2000, pp. 13-16 e 187-190]
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